Salsomaggiore, sette di sera. Nonostante il freddo pungente e un sold out registrato a pochi giorni dall’annuncio dello show, la coda al botteghino è lunghissima. In attesa ci sono tutti quelli che devono ritirare i biglietti acquistati on line ma soprattutto, decine e decine di persone che sperano in una rinuncia dell’ultimo momento per poter entrare e vivere un sogno, un sogno che li accompagna dal 1982. L’occasione di questa reunion è uno spettacolo di beneficenza organizzato da Stefano Mendogni per la sua Onlus che svolge un grandissimo lavoro con i bambini; e mentre sei in fila a dispetto di qualsiasi guerra e di tanto odio che pervade il mondo, improvvisamente senti e vedi comunicare tra loro persone che non si sono mai incontrate prima e che non parlano nemmeno la stessa lingua. Non c’è invidia ma solo tanto entusiasmo e tante facce sorridenti che cantano insieme, trascendendo qualsiasi nazionalità e pregiudizio. Vengono dall’Inghilterra, dalla Francia, dalla Grecia e da tutta l’Italia. Pronunciano parole diverse, ridono quando non si capiscono ma c’è qualcosa che li unisce: l’entusiasmo e una grande riconoscenza per una serie tv che non ha soltanto incantato moltissime generazioni dagli anni ’80 in poi, ma che ha fatto la storia, insegnandoci a credere in noi stessi e a investire su di noi trasmettendoci dei valori. Creando, a distanza di anni e attraverso queste reunion, una grande e meravigliosa Fame–ly. Non chiamateci fan, il nostro è un mondo e quella che si vive è un’atmosfera unica.
Accompagnata da Lee, Erica Gimpel è la prima a raggiungerlo sul palco per cantare. I still believe in me. La sua voce è potente, pulita e il suo sorriso contagia ancora tutti: Coco, sempre piena di entusiasmo e pronta a coinvolgere Bruno ad accompagnarla a qualche audizione. A loro si aggiunge Valerie Landsburg, Doris, sempre in prima linea a difendere gli amici ai quali vuole bene, indimenticabile protagonista della serie con interpretazioni come Turn to me, Shadows and Lights e On the West Side; e poi Nia Peeples, Cynthia Gibb, Jesse Borrego e Carlo Imperato per la corale e dolcissima Starmaker, cantata nuovamente alla fine dello spettacolo a grande richiesta in chiusura di serata. Inutile dire come emozione, applausi e lacrime di gioia abbiano accompagnato l’ingresso di ognuno di loro. Chi non ha sognato con la struggente storia d’amore tra Nicole e Jesse, anche se in realtà, all’epoca, Nia Peeples era fidanzata con Carlo Imperato; e poi, ancora, il tema dell’adozione e della famiglia affrontato nella serie con l’incontro tra Niky e la madre biologica; la comicità di Danny Amatullo e il rapporto controverso con suo padre che non condivideva la sua scelta ma che avrebbe voluto che il figlio studiasse per un “vero” lavoro. La separazione dei genitori che porta Julie Miller (interpretata da Lori Singer) a New York. O ancora i temi dell’amicizia, della correttezza, del lavorare per migliorare sempre se stessi, senza per questo calpestare gli altri. Ieri e oggi. Intensa la recitazione di Carlo e di Valery che si sono avvicendati sul palco del Teatro Nuovo di Salsomaggiore alternando i loro monologhi alle performance rock come quella della “mamma” Nia Peeples che, accompagnata da suo figlio Chris, eccellente chitarrista, ha cantato Long Train Running. E naturalmente Fame, che mi ha visto lasciare il mio posto per ballare davanti al palco con tutti quelli che come me si sono alzati e si sono avvicinati senza pudore… vivendo una splendida esperienza così come lo era la serie. Poi un assolo di Jesse, The World, e la partecipazione del gruppo musicale Disco Inferno con la narrazione, importante, di Marco Caronna, co-regista dello show insieme a Piero Rossini, e figura di unione nei vari momenti della performance. Spettacolo che Caronna inizia seduto in disparte con un’immagine di New York alle spalle e in mano un taxi giallo… Serata indimenticabile, come quando Erica Gimpel dedica a sua madre, presente in sala e che la raggiungerà sul palco, la canzone che le ha scritto per i suoi 80 anni.
E poi ancora gli omaggi Man in the mirror di Michael Jackson, Footloose con una strepitosa Cynthia “Holly Laird” Gibb che indossando il giubbotto di Fame inizia a cantare e a ballare dal pubblico, e Stairway to Heaven dedicato alla memoria di Gene Anthony Ray le cui immagini, tratte da Tomorrow’s farewell (St.1,ep.3) scorrono intense sullo schermo mentre l’intero cast canta sul palco, commuovendo tutti.
Questa serie, che del film ha mantenuto parte dei performers originali tra cui Gene Anthony Ray, Debby Allen e Albert Hague, ha reso spesso omaggio ai musical del passato e a quelli contemporanei mentre seguiva da vicino le vicende di un gruppo di ragazzi attraverso le loro storie personali, spesso in comune con quelle degli adolescenti di tutto il mondo. We got the power recita uno dei testi delle loro canzoni. La musica diventa un messaggio importante, qualcosa in cui credere, qualcosa che scuote, che emoziona e un modo per fare del bene; non è un caso che nel 1984 saranno proprio i cantanti e non i politici a proporre un’iniziativa per la fame nel mondo attraverso il gruppo Band Aid prima e il successivo Live Aid, lasciando impresse in ognuno di noi le immagini dei camion pieni di cibo che raggiungono le popolazioni africane. Con Russians Sting affronta il tema della Guerra Fredda mentre con Two Tribes, i Frankie Goes to Hollywood vedono due Presidenti lottare tra loro. Anche Fame non sarà estraneo alle iniziative importanti. Coreografie meravigliose, ballerini, attori e cantanti straordinari, ritmo impeccabile, questa serie è riuscita a mettere insieme grandi musical, capolavori della letteratura e il cambiamento storico-sociale che vivevamo negli anni ’80, creando una miscela esplosiva. Da Not in Kansas anymore, puntata dedicata al Mago di Oz (St.2 ep. 19), al numero Desdemona, (The Strike, St.1 ep. 7), alla puntata Holmes Sweet Holmes in cui Danny e Chris – Bill Hufsey – interpretano rispettivamente Sherlock Holmes e il Dott. Watson (st. 5, ep.14); dall’episodio che si apre in bianco e nero dal titolo All talking, all singing (st. 6, ep.5) con i ballerini schierati su una scalinata mentre cantano e ballano 42nd street a suon di tip tap, alla splendida puntata dedicata all’Onu con brani come Let the sunshine, Age of Acquarius, War e ospiti come Joan Baez (Tomorrow’s children, St. 4, ep. 13, diretto dalla stessa Debbie Allen). Alla musica elettronica che negli anni ’80 confermava la sua importanza, portata nella serie grazie all’impiego dei sintetizzatori da parte di Bruno e alle disquisizioni con il Prof. Shorofsky. Erano gli anni ’80, gli anni in cui il giro di basso di Good Times degli Chic del ‘79, diventa la base di Another one bites the dust dei Queen, per trasformarsi in Rapper’s Delight della Sugarhill Gang che da inizio al rap, a conferma che l’energia sprigionata in un altro importante film sulla danza e sul mondo dei b-boy, Breakdance, uscito nel ’78, non era di certo passata inosservata. Un nuovo genere stava nascendo e un nuovo modo per combattere la rabbia, come quando Michael e Chris alleneranno due band rivali a suon di danza (Break Dance, St. 3 ep.8).
Questa serie è tutto questo, mi ha insegnato a credere in me stessa, a non mollare, mi ha aiutato a riflettere, a crescere. Mi ha insegnato dei valori. Mi ha fatto sentire importante e come me, tutti quelli che erano lì quella sera. “Se porti la gioia, se dai ad un ragazzo un motivo per credere in sé stesso, allora lo avrai allontanato dalla strada”, continua Erica Gimpel. È grande l’umanità di questi ragazzi che ancora prima di essere degli interpreti straordinari sono delle bellissime persone che in modo molto carino e pieno di entusiasmo, alla fine di ogni concerto si prestano a fare centinaia di foto e a parlare con tutti fino a tarda notte, confermando quella che trenta anni fa era solo una sensazione, e cioè che siano davvero così nella vita come i personaggi ai quali hanno dato corpo e anima, con gli stessi valori e la stessa onestà. Conosco Lee da quattordici anni ormai e, a distanza di tempo e dopo aver trascorso spesso altri momenti felici con alcuni di loro, posso solo confermare l’impressione di quei giorni. Ecco la forza di questa serie, la sincerità e la bellezza di chi l’ha interpretata. La gioia di vivere che portano con sé e che ha pervaso il palco per tutta la durata del concerto e di tutti quelli a seguire, fino a quello più recente a Birmingham questo settembre (2022). Oltre al loro indubbio e incredibile talento. Ballo dall’età di dieci anni, più o meno, ho studiato all’Accademia Nazionale di Danza, allo Step Studio di N.Y., da Alvin Ailey, e con Maestri come Jaime Rogers, coreografo, tra gli altri, proprio della serie. Oggi lavoro dietro le quinte e sono felice di farlo, ma a ventiquattro anni ho fatto armi e bagagli per recarmi a New York proprio per la danza e per vivere la mia grande passione e se faccio questo lavoro, se non ho mai mollato, molto lo devo a loro. Grazie per il vostro talento, la vostra gioia di vivere, la vostra sincerità, la vostra energia e per averla sempre condivisa con noi.
©Elettra Dafne Infante – tutti i diritti riservati, in caso di citazione riportare la fonte
Oggi, 24 Maggio 2024, Lee è in tournée in Italia con una fantastica band di 7 elementi per celebrare i 40 Anni di Fame e continuare a regalare Emozioni Straordinarie con la sua voce, il suo grande talento e i suoi meravigliosi occhi blu.